martedì 24 dicembre 2013

La Delusione.



 Probabilmente al giorno d'oggi una delle parole più inflazionate nel linguaggio comune è proprio il termine "delusione" e non credo di esagerare dicendo che si è arrivati addirittura a farne un abuso.
 Questa parola viene usata ogniqualvolta qualcuno o qualcosa non soddisfi delle aspettative.
 Il problema nasce però nel suo corretto utilizzo, ovvero chi ammette di rimanere deluso lo fa solamente puntando il dito contro il deludente e con uno spirito di critica unidirezionale.
 Ovvio che questo atteggiamento è solo un suo punto di vista, oltretutto negativo e non costruttivo.
 Ma forse il colpevole non è proprio colui che crea delle aspettative eccessive ?
 E' possibile nel caso in cui si rimanga delusi da una persona che la motivazione nasca da una scarsa conoscenza della stessa ?
 Fidarsi di chi non conosciamo, sbaglio oppure è una nostra scelta ?
C'è anche la possibilità che si siano ignorati dei segnali importanti i quali avrebbero anticipato la cosiddetta delusione futura ?
 A questo punto è così sbagliato affermare di essere noi i maggiori colpevoli di una delusione ?
 Puntare il dito contro qualcuno sapendo di aver compiuto noi l'errore più importante, non è forse un comportamento da vigliacchi ?
 Il comportamento più saggio invece sarebbe quello di acquisire da una cosiddetta delusione una consapevolezza migliore di noi stessi e degli altri, senza fare uso del vittimismo.
 In fondo se qualcuno ci delude o se siamo noi stessi a farlo, non sta forse a significare che quel rapporto non era poi così importante ?
 Dunque non servirebbe a nulla rimanere delusi.

 Come afferma questo aforisma, 
quando punti il dito per condannare, tre dita rimangono puntate verso di te.


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