lunedì 30 dicembre 2013

C. - Belief



Non si dovrebbe mai perdere la fede nel destino.
Come molli la presa lui ti invia immediatamente un'aliena a farti cambiare idea.
Mi sembra si chiami Yelena.

domenica 29 dicembre 2013

venerdì 27 dicembre 2013

Il Condominio.



 Ogni individuo può essere considerato analogamente ad un condominio nel quale convivono rispettivamente tre inquilini : l'intuito, la razionalità e l'istinto.
 L'intuito per ovvie ragioni è colui che vive in vedetta, posizione strategica che gli permette di ottenere alcune informazioni prima ancora di poterle constatare realmente.
 E' in pratica un sesto senso, usando un ossimoro direi una sorta di razionalità inconscia.
  E' molto difficile che si sbagli nell'esprimere i suoi giudizi ma naturalmente questo dipende dal grado di esperienza di un individuo e da quanto questo senso sia sviluppato.
 Al suo opposto troviamo il dono più importante di cui siamo in possesso, lo stesso che ci differenzia e ci eleva rispetto al resto degli altri esseri viventi, ovvero la razionalità.
 E' lo strumento con cui analizziamo le dinamiche della Vita, lo stesso che ci permette di progredire ottenendo la saggezza.
 Tra i due estremi troviamo invece l'istinto, ovvero colui che in gergo poetico viene definito con il termine "cuore".
 Il suo collocarsi nel mezzo è dovuto al fatto che si estranea completamente dalla natura di analisi presente sia nell'istinto che nell'intuito.
 Lui infatti è piuttosto il motore interno che ci spinge a compiere quelle azioni che ci contraddistinguono dagli altri, delineando quella che si può definire la nostra essenza.
 Fatte queste dovute distinzioni, una regola importante del quieto vivere dalla quale non ci si può sottrarre quando si vive in un condominio è quella di fare una riunione condominiale ogniqualvolta si devono prendere decisioni importanti.
 Ovviamente l'opinione di tutti gli inquilini è importante e rispecchia punti di vista differenti, dunque maggiori informazioni si hanno minore è la possibilità di commettere errori.
 Il nostro compito a questo punto sarebbe quello di assumere il ruolo di amministratori condominiali, ascoltare tutte le opinioni cercando di capire quale sia la più idonea da impiegare e infine agire secondo la scelta effettuata.
 In fondo la saggezza è anche saper scegliere chi ascoltare al momento giusto.

martedì 24 dicembre 2013

La Delusione.



 Probabilmente al giorno d'oggi una delle parole più inflazionate nel linguaggio comune è proprio il termine "delusione" e non credo di esagerare dicendo che si è arrivati addirittura a farne un abuso.
 Questa parola viene usata ogniqualvolta qualcuno o qualcosa non soddisfi delle aspettative.
 Il problema nasce però nel suo corretto utilizzo, ovvero chi ammette di rimanere deluso lo fa solamente puntando il dito contro il deludente e con uno spirito di critica unidirezionale.
 Ovvio che questo atteggiamento è solo un suo punto di vista, oltretutto negativo e non costruttivo.
 Ma forse il colpevole non è proprio colui che crea delle aspettative eccessive ?
 E' possibile nel caso in cui si rimanga delusi da una persona che la motivazione nasca da una scarsa conoscenza della stessa ?
 Fidarsi di chi non conosciamo, sbaglio oppure è una nostra scelta ?
C'è anche la possibilità che si siano ignorati dei segnali importanti i quali avrebbero anticipato la cosiddetta delusione futura ?
 A questo punto è così sbagliato affermare di essere noi i maggiori colpevoli di una delusione ?
 Puntare il dito contro qualcuno sapendo di aver compiuto noi l'errore più importante, non è forse un comportamento da vigliacchi ?
 Il comportamento più saggio invece sarebbe quello di acquisire da una cosiddetta delusione una consapevolezza migliore di noi stessi e degli altri, senza fare uso del vittimismo.
 In fondo se qualcuno ci delude o se siamo noi stessi a farlo, non sta forse a significare che quel rapporto non era poi così importante ?
 Dunque non servirebbe a nulla rimanere delusi.

 Come afferma questo aforisma, 
quando punti il dito per condannare, tre dita rimangono puntate verso di te.


martedì 10 dicembre 2013

L'Amore Impossibile.



Esiste un solo tipo di amore che si può definire impossibile.
 Quello non corrisposto.


Le Coincidenze.



 Nello Slalom Gigante lo sciatore deve seguire un percorso prestabilito segnato da alcune porte disposte sullo stesso con una logica sequenziale.
 In un certo senso questa disciplina può spiegare una dinamica sostanziale che regola la Vita terrena.
 Infatti ogni essere umano analogamente vive un percorso prefissato, personalizzato, che ha lo scopo principale di farlo evolvere a livello spirituale ed in modo graduale.
 Le porte in questo caso vengono rappresentate da segnali netti che si possono distinguere in alcuni momenti precisi della Vita, ovvero le coincidenze.
 Dunque il primo passo per capire se abbiamo fatto e stiamo facendo le scelte giuste, se stiamo assecondando veramente il nostro istinto, se stiamo percorrendo fedelmente il nostro tragitto e non siamo finiti fuori pista, è quello di analizzare il nostro passato fino al nostro presente.
 Se in questa analisi riusciamo ad identificare una sequenza cronologica di coincidenze, più o meno frequenti, allora possiamo affermare di essere sulla strada giusta.
 Naturalmente in realtà non esistono le coincidenze, perché nulla accade per caso.
 Esse più precisamente rappresentano l'appuntamento che dovevamo raggiungere con una tappa determinante della Vita, una delle tante in un lungo percorso diretto alla conquista della saggezza.


domenica 8 dicembre 2013

Il Dubbio.


M'ama, non m'ama.
              M'ama, non m'ama.

 Quante volte ci siamo fatti questa domanda dinanzi a comportamenti indecisi.
 Ovviamente sono sempre e solo due le risposte concrete da ottenere utili per poi prendere una decisione definitiva.
Si o no, lo voglio o non lo voglio, bianco o nero.
 Ma spesso ci viene proposta anche una sfumatura, ovvero il dubbio.
Ma se dobbiamo eliminare le inutili sfumature, allora dove collochiamo il dubbio ?
 Con l'ingenuità è facile pensare che quel dubbio sia semplicemente un "forse si" e che nel tempo possa tornare ad essere una certezza positiva, ma razionalmente non si può che collocare nella sfera del no.
 A dimostrazione di ciò basti pensare a quell'incredibile energia che vi pervade ogniqualvolta desiderate un qualcosa, la stessa che non vi farà demordere nel cercare di ottenerlo.
 Invece con il dubbio quell'energia si ridimensiona, quasi svanisce, ci si sente disorientati e si entra in un limbo d'immobilismo.
 Anche se non vogliamo accettarlo entrare in questo limbo significa entrare nella sfera del no, del non volere.
 E per assurdo anche l'indecisione creata da un dubbio si può definire una scelta, infatti in questi casi ci si crogiola aspettando l'arrivo di un cambiamento commettendo ugualmente un'azione volontaria.
 Dunque il dubbio ovviamente rappresenta l'inizio della fine, la crepa che diverrà fessura.
 Le sfumature attanagliano soprattutto gli indecisi dai quali è meglio stare alla larga, perché essendo loro in balia delle proprie indecisioni non sarebbe produttivo farsi coinvolgere dal loro caos.
 La scelta più saggia in questo caso sarebbe quella di anticipare noi la decisione e non torturare più quella povera margherita.


Lo Scettico.


La razionalità principalmente si manifesta in due modi distinti, entrambi facce della stessa medaglia.
 Una raffigurante il ragionamento ottimistico, emancipato e desideroso di esplorare con entusiasmo e l'altra il ragionamento scettico, ovvero incredulo, diffidente e fine a se stesso.
 Dunque in parte si deve comprendere la natura scettica tipica dell'essere umano, essendo un meccanismo di difesa essenziale da lui stesso usato per preservare l'incolumità.
 Ma nell'essere scettici non si deve incorrere nell'errore di banalizzare alcune dinamiche della Vita per le quali non riusciamo a dare una spiegazione logica, adducendole semplicemente a delle coincidenze oppure dando per scontato che esse siano inverosimili od impossibili da decifrare, soprattutto nel caso in cui si abbiano dei riscontri empirici basati su fatti concreti accaduti nella Vita.
 Commettere questo errore significherebbe indossare la veste della presunzione, una veste che indossa ovviamente solo chi è privo di saggezza e chi ha una visione limitata di ciò che lo circonda.
 Dunque da esseri razionali quali siamo abbiamo il dovere di sfruttare il dono della razionalità in modo ottimistico per la ricerca della verità, se non altro impegnandoci a dare almeno una personale spiegazione agli eventi che ci risultano incomprensibili e non semplificando invece con superficialità attribuendone ogni volta la paternità al caso.
 Costruire un muro dinanzi agli occhi della nostra mente è ovviamente una scelta libera, ma non dimentichiamoci di quando eravamo bambini e forti di quel desiderio di scoperta che possedevamo, qualsiasi muro ci ponessero davanti tentavamo in tutti i modi di scavalcarlo.